-->home --> pubblicazioni --> "Love's Kamikaze "

Love's Kamikaze 2005

visualizza il testo in formato word

 

Personaggi

NAOMI, ebrea, 25 anni
ABDEL, palestinese, 25 anni

Il Tempo, l’Ambiente

Tel Aviv, oggi.
Una stanza al primo piano, in basso, nel sottosuolo dell’Hotel Hilton
Non ci sono finestre. C’è un fornelletto a gas sulla destra
A sinistra un materasso singolo con una coperta su una branda di fortuna
L’arredo è scarso: un tavolo su cui è appoggiato un portatile, una sedia
Un piccolo televisore
In alto scorrono i tubi del riscaldamento
Nel fondo si intravede la centrale elettrica del Palazzo sovrastante
In prima quinta un sipario di velo nero che, all’occorrenza, può essere chiuso


Lo spettacolo è della durata di circa 100 minuti ed è senza intervallo

1 - ARABESCHI EROTICI

Naomi è in scena. Comincia a muoversi sulla musica. Inizia a danzare, tenendo in mano il suo foulard. Ha un abito bianco, lungo.
Entra Abdel. Lei lo vede e corre verso di lui.

NAOMI Mordimi, sono la tua mela.
ABDEL Sei sugosa. Mi piace il tuo nettare.
NAOMI Baciami.
Abdel la bacia sulla bocca.
ABDEL Allora è vero? Restiamo qui stanotte?
NAOMI E’ tutta per noi. Fuori è silenzio.Approfittiamone. (si allontana, va verso il fondo a sx del pubblico)
ABDEL ( E’avanti, a dx del pubblico)Eccoti, Naomi. In tutto il tuo candore. Sembri un piatto pieno di riso persiano. Leggera ma palpabile...
NAOMI Non mi piace il riso. Non sa di niente. (si slaccia il vestito che le cade ai piedi)
ABDEL E’ vero. Allora...sei un ermellino!
NAOMI Un ermellino?
ABDEL (togliendosi la camicia)Sì, uno di quegli animaletti tutti bianchi con l’estremità della coda nera (Naomi si appoggia al tavolo, spalle a Abdel). Lo sai? Quando i cacciatori vogliono catturarlo, stendono manciate di fango intorno alla sua tana e aspettano che esca. L’ermellino viene fuori (Naomi si gira, portando le gambe dall’altra parte del tavolo), fa qualche passo e si blocca (Naomi si blocca), non può procedere nella melma. Si lascia afferrare piuttosto che sporcarsi. Tiene più alla sua livrea immacolata che alla sua libertà.
NAOMI Mi trovi così vanitosa?
ABDEL No. Molto di più.
NAOMI E quale sarebbe la tua trappola? (Abdel si avvicina, afferra Naomi)
ABDEL E’ avvolgente come le spire del serpente ma non fa male, ci entri dentro
e non sai di esserci, è lunga, silenziosa, tenera...
Si amano. Lei asseconda il movimento di Abdel.
Notte. Naomi è inquieta, si alza, prende una sigaretta e si va a sedere sul proscenio, a sx del pubblico. Accende la sigaretta)
ABDEL Che ore sono, Naomi! Perché non dormi?
NAOMI Non lo so.
ABDEL Vorrei cercare di dormire ancora un po’.
NAOMI Dormi, Abdel. Non ti preoccupare. Te la monto io, la guardia.
ABDEL Sì, ma non mi guardare. Hai gli occhi pieni di luce. Mi svegli.
NAOMI Non ti guardo.
Abdel chiude gli occhi. Lei lo guarda. Abdel riapre gli occhi.
ABDEL Non ce la faccio, li sento. Sono come laser. E’ meglio che mi alzi.
NAOMI Ho qualcosa da chiederti.
ABDEL Dimmi.
NAOMI Cosa pensi degli ebrei?
ABDEL Ne abbiamo parlato tante volte.
NAOMI Non fa niente.
ABDEL Penso che in questo momento penso che sto pensando che mi piace
pensare che ti amo.
NAOMI Smettila di giocare. Ti ho fatto una domanda.
ABDEL Sciocca.
NAOMI Come vuoi. Ci sono domande sciocche e ci sono domande intelligenti. La mia è una domanda sciocca. Ma tu rispondi.
ABDEL E’ come se io ti chiedessi se ami gli arabi.
NAOMI Questa non sarebbe una domanda.
ABDEL Perché?
NAOMI Perché non saprei cosa rispondere.
ABDEL Non mi sembra una buona ragione.
NAOMI Sì che lo è. Lo sai che siamo pieni di complessi. Abbiamo bisogno di più
risposte di quante ne abbiate bisogno voi.
ABDEL Non sono per niente d’accordo. Non ce l’avete voi, il monopolio dei
complessi. Dovrebbe risultarti che pure io non scherzo, in materia.
NAOMI Uffa, perché non vuoi rispondermi, Abdel?
ABDEL Perché non mi va, ora, di pensare agli ebrei.
NAOMI Li ami? Li odi?
ABDEL Non lo so e non mi va di saperlo! So solo quello che amo.
NAOMI Cosa?
ABDEL Te. La tua pelle. Amo Baudelaire. Mozart. Amo la “siniah” di carne con
salsa di sesamo, pollo e insalata, che mi faceva la nonna. Amo il mare. Il
crepuscolo e le patate fritte. Il miele e la poesia erotica. Amo il vino. I
colori di Chagall. Gli ebrei? Non lo so se li amo o se li odio.
NAOMI D’accordo. Ho fatto una domanda sciocca e mi hai dato una risposta
sciocca. Siamo pari. Ti si chiudono gli occhi. Riaddormentati. Sogna.
ABDEL Non voglio sognare.
NAOMI Perché?
ABDEL Potrei sognare che ho smesso di amarti.
NAOMI Vuol dire che mi ami.
Sorride. Ha voglia di scherzare, di provocare Naomi.
ABDEL No, ti odio.
NAOMI E’ vero mi odi.
ABDEL (Abdu, avvolto in un lenzuolo si avvicina carponi a Naomi e l’abbraccia)Ma lo sai che tua madre Sarah ha cacciato mia madre Agar nel deserto?
NAOMI Ma è successo nella Bibbia! Che colpa ne ho io?
ABDEL L’odio biblico è duro a morire.
NAOMI Non dire stronzate. E poi, la povera Sarah era gelosa di Agar. Fu lei
a convincere Abramo a mandarla via con Ismaele, il figlioletto.
ABDEL Ma Isacco e Ismaele erano fratelli! Abramo era il loro padre!
Naomi sta al gioco, che è tutto condotto sul filo dell’ironia.
NAOMI E’ vero, non ci avevo mai pensato.
Dovrebbero ricordarselo, invece di stare lì a farsi la guerra.
Pausa.
Ma perché ti tornano in mente queste storie da Antico Testamento?
ABDEL Colpa tua.
NAOMI In che senso?
ABDEL Me l’ hai chiesto tu cosa penso degli ebrei, no?
NAOMI Questo fattaccio di gelosia si perde nella notte dei tempi. Tanto, a che
serve parlarne, ora che ci siamo tornati, nel nostro deserto? (spegnendo la sigaretta)
ABDEL (senza smettere di sorridere) Tornati? Siete nati nelle viscere della nostra terra come nei grembi pregni delle nostre madri. La Palestina è diventata
Israele. Vi siete sistemati nelle nostre case, ma vi siete mai preoccupati di chiedere chi ci ha abitato, in quelle case, per duemila anni?
NAOMI Abdu! Ma cosa vai a rivangare! Sai bene cosa è stata la Diaspora, per noi!
ABDEL Lo so, ma noi non c’entriamo niente, con la vostra Diaspora! E nemmeno con l’Olocausto, tanto per essere precisi.
Un istante di tensione. Naomi si alza, va al centro del proscenio. NAOMI Non ho capito se ti va di scherzare o di provocarmi.
ABDEL Abdu si alza. Raggiunge Naomi. Provocarti. Queste chiazze rosa che ti si dipingono sulle guance.
Si baciano.
Mi piacerebbe fare l’amore con te. (Abdu scioglie improvvisamente l’abbraccio) Ma non posso.
NAOMI Perché?
ABDEL (sedendosi sul letto)Siamo fratelli.
NAOMI Fratelli, è vero! (Infilandosi sotto il lenzuolo) Ma il Patriarca Lot amò tutte le sue figlie.
ABDEL Era il padre.
NAOMI Osiride e Iside erano fratello e sorella...
ABDEL E’ vero. Allora incesto?
NAOMI Incesto...

Si amano.

 

2 - CAFFE’ AROMATICI E CONCETTUALI

Mattino.
Naomi dorme. Abdel si alza, al chiarore che viene da una lampada sul fondo, accanto alla centrale elettrica dell’Hilton. Va al fornello, prepara il caffè. Naomi si sveglia, annusa. Abdel commenta la preparazione del caffè in tempo reale.Accende la luce.
NAOMI (restando a letto)Che buon odore di caffè.
ABDEL Vieni qui.Ti insegnerò a farlo all’araba, come me lo preparava mia madre, quando ero a casa. Niente avrebbe potuto interrompere il rito, neanche le granate israeliane. E sì che ce n’erano.
Vedi, mi diceva tra uno sparo e l’altro, un solo cucchiaio di caffè galvanizzato dal cardamomo approda lentamente sull’onda dell’acqua calda. Mischialo (Naomi comincia a seguire le istruzioni maldestramente mentre Abdu si veste con calma) con un lento movimento del tuo cucchiaio, prima in tondo e poi così, dall’alto in basso. Aggiungi un secondo cucchiaio di solo caffè, spostalo da sopra a sotto, poi, con un movimento circolare , da sinistra a destra. Vedi? Ora puoi versare il terzo cucchiaio, prima, però, allontana il recipiente dal fuoco e rimetticelo.
Dopo “alimenta” il caffè,
NAOMI Cioè? (mentre le è caduto un cucchiaio per terra)
ABDEL Cioè riempi il cucchiao di caffè che si scioglie,
sollevalo bene in alto e riportalo parecchie volte verso il basso fino a che
l’acqua ricomincia a bollire e la massa di caffè chiaro rimane in superficie e si increspa, pronta ad affondare.
NAOMI E’ vero!
ABDEL Non farla affondare! Spegni il fuoco e non ti preoccupare dei missili iracheni, se ne piovono, ora mi pare che non piovano…Prendi due tazzine di ceramica bianca. Quelle colorate inquinano l’aroma. Quindi puoi versare il caffè con grazia e dolcezza.
NAOMI La ricetta di Mamma Palestina! E’ da pubblicare!(1)
ABDEL (si siede al tavolo, Naomi intanto si veste in fretta)Vedi, Naomi, non ci sono due caffè che si somigliano.
La mia dissertazione sul caffè è in realtà una dissertazione sulla
differenza. Il caffè non è un assoluto, è una sostanza concettuale plurima. C’è un caffè dal sapore di carruba, il padrone di casa è avaro. C’è il caffè profumato di varie essenze, chi l’ha fatto è un superficiale. C’è il caffè che sa di coriandolo, che rivela il disordine della cucina dov’è stato preparato.Il caffè sa di muschio? Vuol dire che il padrone di casa è un immaturo di sinistra. Il caffè sa di vecchio, di fatto e di rifatto? Chi lo ha trattato così è un fascista. Sono un fascista io? no.Il caffè ha un forte odore di cardamomo? Non c’è da sbagliarsi, siamo in casa di un arricchito. No, Naomi. Non ci sono due caffè uguali.


1) La ricetta, in realtà, è già stata pubblicata. E’ di Mahmud Darwish, scrittore
palestinese dell’Alta Galilea.


NAOMI (si siede al tavolo e assaggia il caffè) Ma il tuo caffè sa di cardamomo! Vuol dire che sei un arricchito?
ABDEL Non è vero!
NAOMI Ma si, assaggia!
ABDEL Ce ne ho messo solo un po’.
NAOMI Però si sente.
ABDEL Un po’ si deve sentire.
NAOMI Ma così e troppo.
ABDEL Non ha un odore forte.
NAOMI E allora cosa significa? Com’è il tuo caffè?
ABDEL Corretto.Politicamente corretto.

 

3 - HUMORESQUE

L’indomani mattina.
Abdel sta lavorando con il saldatore elettrico al tavolo. Entra Naomi.

ABDEL Di che sai, oggi, Naomi?
NAOMI (Si toglie il soprabito e si siede al tavolo. Tira fuori cose dalla borsa)Non lo so di che so.
ABDEL Hai un odore diverso.
NAOMI In che senso?
ABDEL Qualcosa di forte.
NAOMI Un puzzo acre?
ABDEL Parlo di profumo, non di puzzo.
NAOMI Non è profumo. E’ esplosivo.
ABDEL Esplosivo?
NAOMI E’ così, devi avere l’olfatto in tilt, se non lo senti.
ABDEL Perché? Da dove vieni?
NAOMI Sono passata davanti a una discoteca. I kamikaze l’hanno fatta
saltare, stanotte, con tutto il carico di ragazzi e ragazze. Mi si è
appiccicato addosso l’odore di carne bruciata.
ABDEL Ancora il tuo dannato humour nero ebraico, scommetto.
NAOMI Non scommettere. E’ così.
ABDEL Non stai scherzando?
NAOMI Non scherzo.
ABDEL Quanti morti?
NAOMI Abbiamo deciso di non tenere più la contabilità, no?
ABDEL Già. E’ una partita di giro: tanti ne escono, tanti ne entrano. Stasera la rappresaglia nei Territori pareggerà il conto.
NAOMI Come ogni volta.
ABDEL ( smette di lavorare) Non ne posso più di questa mattanza. Non ci voglio più vivere in un paese di assassini travestiti da martiri e di criminali in divisa.
NAOMI Vorresti tornare in Cisgiordania? Non sarebbe peggio?
ABDEL (in piedi)Sì, ma lì è terra di scontro. Qui siamo a Tel Aviv, la città che non dorme mai, come dicono i dépliants turistici. Gente allegra, notti allegre...
NAOMI ...fiche allegre. E allora? Dov’è la contraddizione? Eros e Tanatos.
Sangue e Sperma.
ABDEL (in piedi di fronte a Naomi che ancora è seduta)Non ci credo al tuo cinismo. Sei l’ermellino, tu.
NAOMI Appunto. Non voglio sporcarmi con questa sozzura quotidiana. Annuso al di là del mio odorato.
ABDEL Dove?
NAOMI Dove non arriva l’odore di morte. So che finirà.
ABDEL (torna al tavolo, ricomincia a lavorare)Vorrei sperarlo anch’io, ma non ce la faccio.
NAOMI Non dobbiamo avvitarci in queste ossessioni, Abdu! Quante volte ce lo
siamo detti?
ABDEL Hai ragione.

Pausa.
NAOMI Senti, ho un problema, tu te ne intendi, puoi aiutarmi.
ABDEL Dimmi.
NAOMI I miei mi hanno incaricato per la prima volta di preparare la cena
del Shabat. Ma il Talmud vieta che il sabato si accenda il fuoco. Non
so proprio come fare.
ABDEL Come hai fatto fino ad oggi?
NAOMI Fino a oggi non ci ho mai pensato. Ho quattro sorelle. Non ho mai avuto nessuna incombenza. Sanno benissimo che lavoro tutto il giorno in piedi, qui sopra. Chissà perché, hanno deciso che devo fare qualcosa anch’io, in casa. Allora, che faccio?
ABDEL Cucina con le piastre elettriche!
NAOMI Ma scusa, l’elettricità non è fuoco?
ABDEL Tra gli atomi dell’elettricità c’è il fuoco, ma non direi che l’elettricità
è fuoco.
NAOMI Perfetto!
ABDEL T’è venuto un segno dal cielo, c’è qualcuno, quaggiù, che fa gli straordinari per te.
NAOMI Saresti tu, eh? Presuntuoso. (si alza dal tavolo, vas verso il fondo a sx del pubblico, poi si gira) E prendili pure in giro, i nostri precetti, per quello che me ne frega. Ma guarda, non è che il tuo Corano sia molto più evoluto della nostra Torà.
ABDEL Sono agnostico ma ritengo, con tutto il rispetto, che il Corano sia un corpo dottrinario molto, ma molto più completo della tua Torà. E’ anche vero che non sono obbiettivo, come arabo.
NAOMI Comunque, se la cosa può farti piacere, non sembri affatto arabo, tu.
ABDEL Ma che sei razzista?
NAOMI Che c’entra il razzismo? E’ un complimento. Tu sei la prova visiva
della falsità dei pregiudizi fisionomici. (torna al tavolo e rimette le cose in borsa)
ABDEL Dimentico sempre che sei una radical chic di sinistra. Gioca, gioca. Voglio vederti, quando scoppierà la nuova guerra.
NAOMI Senti, stavolta non ci sarà nessuna guerra. Garantito. Fidati: lo sai che, rispetto a te, sono un’esperta bellica da talk show.
ABDEL (ricominciando a lavorare)L’altra sera ho sentito in TV il solito psicologo da strapazzo che sentenziava che i bambini non dovrebbero essere presenti, quando le bombe cadono a grappoli sul video, perché si turbano e si angosciano. E un’idiozia! E’ vero il contrario: non devono starci perché si divertono. A me, invece, la guerra non mi ha mai appassionato, nemmeno quand’ero bambino.
NAOMI Vedi? Sei anche caratterialmente poco arabo. Sei mite.
ABDEL (smette di lavorare)Teorema razzista numero due. Ma che ne sai, tu, di arabi? Quanti ne conosci e ne frequenti di palestinesi, oltre me? Pochi, penso.
Ma lo sai che io da ragazzo volevo diventare ebreo, però senza cambiare
fede?
NAOMI Cosa facevi?
ABDEL Mi mimetizzavo.
NAOMI (sorride) Che?
ABDEL Mi mimetizzavo! Quando andavo a scuola, in autobus, dai Territori Occupati a Gerusalemme, nessuno faceva caso a me. Ero uno dei vostri,
insomma. Solo una volta successe che un poliziotto mi fermò. Mi squadrò severamente e mi fece scendere. Come piansi! Non
mi ero mai sentito così umiliato! E’ per quello che ho perfezionato
la tecnica della mia simulazione d’identità.
NAOMI E’ stato così che mi hai fregata, la prima volta che t’ho visto.
ABDEL Non lavorare di fantasia. Me ne ricordo benissimo. Stavamo di sopra.Tu eri come sempre alla Reception. Fu un insignificante incontro di lavoro.
NAOMI Per te, forse. Per me fu tutta un’altra faccenda. Dunque, lasciami
pensare...ah, ecco: avevi la tua tuta verde da tecnico. Mi sei piaciuto
subito, ma ho solo pensato che eri un uomo, nient’altro che un uomo. Se avessi riflettuto sul tuo aspetto, diciamo così, etnico, al massimo ti avrei preso per un sefardita, sai il solito morone ebreo che va a caccia di
passere polacche...
ABDEL Quindi...Se avessi avuto un aspetto più arabeggiante, non mi
avresti....
NAOMI Non a prima vista.
ABDEL Non ti credo, Naomi! (si alza e va da Naomi, vicino al tavolo,in piedi) E se penso alla banalità del colpo di fulmine. è ancora peggio!
NAOMI Ma chi ha parlato di colpo di fulmine? E poi, è la realtà che è banale. Ti ho dato una sbirciatina e ho subito pensato che mi sarebbe sembrato divertente lasciarmi accarezzare dalle tue mani.
Cominciano ad abbracciarsi. Naomi si siede sul tavolo.
E in fondo cosa vuol dire ebreo? E arabo? Apparteniamo al genere
umano. Cosa ci divide? La religione? Cazzate. Gli islamici osservano
il digiuno, e gli israeliani pure. Per voi è giorno di riposo il venerdì,
per noi è il sabato.
Ridono.
NAOMI Lo vedi? Le religioni che si stanno mescolando l’una nell’altra, non sono uniche come i tuoi caffè. E quando ti ciuccio, non è a un arabo che lo faccio, ma a un uomo.
Si abbracciano.
ABDEL Se ci sentisse mio padre.
NAOMI Cosa avrebbe da dire, tuo padre?
ABDEL Su di te?
NAOMI Su di me, su di me.
ABDEL Che sei la classica troia ebrea.
NAOMI Bello stronzo. Che altro?
ABDEL Dice che un arabo rimane sempre un arabo. Dice che gli ebrei possono darti la sensazione che tu sia uno di loro e tu puoi pure volergli bene, pensare che sono le persone migliori che conosci...
NAOMI ...ma...?
ABDEL (si stacca dall’abbraccio)Ma a un certo punto non hai scampo. Resterai sempre un arabo.
NAOMI Tuo padre vive nei Territori. Dove li ha frequentati, gli ebrei?
ABDEL Dimentichi che ai suoi tempi si viveva in pace, la Palestina era la Palestina e Israele non c’era ancora. Gli ebrei
erano ospiti, da noi.
NAOMI (allontanandosi dal tavolo e da Abdu, gira intorno al tavolo e va in fondo, a dx del pubblico) Sai cosa mi ha detto mia madre, quando qualche anima buona è andata a spettegolare da lei e le ha spifferato che “mi vedevo” con te?
- Preferirei che tu fossi una lesbica, piuttosto che una che va con un
arabo -
ABDEL E tu...?
NAOMI Le ho detto che era una pervertita sessuale.
Ridono.
Ma non s’è arresa e ha insistito, imperterrita: - Scopalo, se proprio ti piace, ma non legarti! Guai a legarsi con un arabo! E guai, di questi
tempi, a farsi vedere in giro con un nostro nemico!- E’ stato allora che
ho deciso di dedicarti la mia prima notte. Si riavvicina ad Abdu.
ABDEL Vedi? I consigli di una buona madre ebrea servono a qualcosa.
Si baciano. Poi Abdu si fa serio.
Però ci vediamo solo qui, nel sottosuolo, con una torre sopra di noi.
NAOMI Cosa c’entra. E’ più comodo, questa è la tua zona di controllo, ci vieni per lavoro, nessuno può entrare qui dentro a spaccarci le palle.
ABDEL E’ un bunker, Naomi. Si siede sulla sedia dove prima era seduta Naomi.
NAOMI E te ne accorgi oggi? 3 marzo 2003? Cosa c’è di nuovo sotto il sole?
ABDEL C’è di nuovo che prima ci stavamo, sotto il sole. Uscivamo insieme. Andavamo al cinema. Siamo stati perfino al Café Casé, in pasto alle gazzette. E adesso diamo la caccia ai topi, in cantina.
NAOMI Cosa vuoi farci se la situazione è peggiorata? Ci sono morti ogni giorno,
o no? Qui o altrove, o no? Avete dichiarato la Jihad, la Sharìa, l’Intifada, chiamale un po’ come cazzo ti pare! E’ più prudente restare nel nostro boudoir di cemento, soprattutto per te,! E’di te che mi preoccupo!?! Non vorrei che qualche merdoso di estrema destra tagliasse il pisello del mio
uomo!
Naomi si siede sulle ginocchia di Abdu. Faccia a faccia. Si abbraccianoAbdu ride, suo malgrado.
Freghiamocene, Abdu! Continuiamo a vivere, ridiamoci su. L’unico modo per superare la follia di questo momento è la capacità di ridere! L’umorismo è il vaccino contro il fanatismo e il fondamentalismo! I fondamentalisti, da una parte e dall’altra, sanno dare una sola risposta ai problemi, slogan. Gli ebrei? Ricacciamoli a calci da dove sono venuti! I
Palestinesi? Sterminiamoli tutti, altro che Stato indipendente! Che sono, queste? Formulette. Un umorista non parla così, perché ha la capacità di vedere gli altri, e non solo se stesso. Non s’è mai visto un umorista fanatico. Sai cosa penso del Messia? Il giorno che verrà, verrà ridendo!Sai cosa scrive David Grossman a proposito dell’umorismo? Che è la nostra unica religione!
ABDEL Scrive proprio così?
NAOMI Parola su parola. Dice che l’umorismo è l’unico meccanismo per capire Dio e la sua creazione. La Diaspora, per esempio, è una delle tragedie dell’umanità, no? Ebbene, quando mio padre era giovane, in
tutta l’Europa campeggiavano cartelli che predicavano: “ Ebrei, andate
in Palestina!” Oggi l’Europa pacifista è piena di cartelli che dicono:
“ Ebrei, fuori dalla Palestina! “ Non viene da ridere?..E l’Olocausto? Anche dell’Olocausto si può ridere. Senti questa. Al Processo di Norimberga, il Giudice chiamò alla sbarra Rudolf Hess. Sai chi è Rudolf Hess?
ABDEL Si.
NAOMI Gli disse che la lista dei suoi crimini contro l’umanità era così lunga, 21 volumi, che non poteva leggergliela tutta. Gliela riassunse: era documentato che Rudolf Hess aveva mandato a morte quattro milioni di ebrei. Lui allora replicò: - Mi scusi, Eccellenza, ma dai miei calcoli risulterebbe che erano solo due milioni e mezzo. - Il giudice, che
non era privo di umorismo, allargò le braccia e disse:
- Ah, quand’è così le cose cambiano, poteva dirmelo prima... -
Ridono, tornano a toccarsi.
ABDEL Sei sempre così ottimista, Naomi.
NAOMI E’ un’ancora di salvataggio.
ABDEL (ride)Per te. Io sento che divento sempre più pessimista, a starti vicino.
Sai che mi ha detto una volta un mio amico italiano? Che “ Un pessimista è uno che ha vissuto quindici giorni con un ottimista.”
NAOMI Detesto i luoghi comuni.
ABDEL E’ un luogo comune vedere nero nel nostro futuro? Non credere
all’imminenza di un cambiamento?
NAOMI (si alza e si allontana)E’ solo vittimismo piagnone. (prende l’acqua, beve va oltre il tavolo, a dx del pubblico)
ABDEL Dio, come sei definitiva, beata te! Cosa ti fa pensare che la situazione
migliorerà?
NAOMI La lettura dei giornali. Il collegamento dei fatti. Il ragionamento. Hai
Letto di Neta Golan? Sai che si è trasferita a Ramallah e si è intergrata, lei, israeliana, nella comunità palestinese? La nostra destra la chiama la pecora nera ebraica, ma i palestinesi cosa le hanno fatto? Niente! Rispettano la sua decisione di vivere nei Territori! (arriva dietro al tavolo a dx del pubblico)
ABDEL Scusami, so che l’ammiri, cosa vuol fare la tua Neta Golan? Pacificare
i nostri due paesi tutto da sola? E’ un’esaltata! Una matta!
A parte il fatto che molti miei connazionali hanno cominciato a dire che è una spia dei servizi segreti israeliani.
NAOMI Ah, si? Allora l’Unesco, secondo te, ha dato il Premio dell’Anno a una spia?
ABDEL Io non so nemmeno che funzione abbia, l’Unesco! All’Università
facevo confusione tra Unesco e Ionesco!
NAOMI Ecco perché non ti sei laureato. (poggia l’acqua sul tavolo)
ABDEL Alé.
NAOMI Senti, Abdu, io lo so benissimo che i palestinesi vogliono la fine della
guerra, come la vogliono gli ebrei...
ABDEL ...ne sei proprio certa?
NAOMI Più che certa! Prima o poi questo sfilatissimo paese avrà due stati! Fosse ancora vivo Rabin saremmo già a buon punto!
ABDEL E allora perché lo avete ammazzato!
NAOMI Te l’ho detto! Per mancanza di umorismo!
ABDEL (si alza e va avanti) Andiamo, Naomi, la dialettica va bene, ma adesso vai avanti per paradossi!
NAOMI D’accordo. Allora mi farò capire meglio, senza paradossi. (si siede)
Un giorno ho letto una pagina del diario di mia nonna.
Mia nonna era uscita viva dal campo di concentramento nazista di Bergen Belsen. Descriveva il passaggio delle prigioniere il loro passaggio in città. Faceva freddo,le poverette camminavano lente impaurite. Tenevano strette al petto quelle quattro povere cose che avevano potuto portarsi dietro. Sul ciglio della strada c’erano le donne tedesche che le guardavano passare silenziose senza una parola di compassione, senza una sola occhiata di complicità, “erano estranee come i marciapiedi delle strade” scriveva mia nonna, ho pianto.
Quando è scoppiata la prima Intifada...
ABDEL Scoppiata! Ne parli come se fosse una guerra!
NAOMI Cos’era invece?
ABDEL (camminando verso il fondo, spalle al pubblico) una rivolta, un’inevitabile rivolta contro l’oppressione militare... (durante la seguente battuta di Naomi Abdu gira dietro di lei, per poi a fine battuta ritornare davanti alla sx del pubblico)
NAOMI Chiamala come vuoi. Allora, ti dicevo, avevo dodici anni, avevo una
paura matta degli arabi! I miei genitori erano comunisti, europei e
poliglotti. L’Europa li aveva respinti e allora se ne vennero qui.
Per farmi capire il mondo mi portarono, in autobus, nei Territori Occupati. Io tremavo, mi sentivo un bersaglio ambulante. Dopo un po’ di tempo cominciai a capire che ero imbottita di pregiudizi!
Avevo scoperto che i palestinesi vivevano sotto occupazione e che gli occupanti eravamo noi!
ABDEL C’ero anch’io, nei Territori. Me n’ero da un pezzo.
NAOMI (senza badare all’interruzione) Da allora penso che tutti gli abitanti di
questo paese dovrebbero farci una gita, di là, per
vedere come si vive. Perché da qui, da Tel Aviv, sembra tutto così
irreale, anche se abbiamo imparato a convivere con le cartucce di
dinamite!Là c’è gente che resta quattro giorni in mezzo ai campi solo per andare a prendere le medicine nella farmacia che sta
dall’altra parte della strada! Donne e bambini fanno una vita da
animali!E gli uomini hanno perso il senso della dignità!
ABDEL Brava. L’intifada spiegata ai popoli.
NAOMI Senti, piantala con questo sarcasmo, per favore. Io voglio capire, voglio ragionare, voglio ridere, cazzo, quando mi dicono che tutto questo succede perché Sharon e Arafat si odiano!
ABDEL Perché, non è anche un po’ così?
NAOMI (alzandosi e andando avanti, a dx del pubblico)No! Non è uno scontro tra due scriteriati, come non è un conflitto fra due società o fra due religioni!
ABDEL E allora, dimmi, cos’è?
NAOMI E’ una nostra difesa, anche da noi stessi! E’ la nostra punizione di massa contro l’innocenza! E’ la nostra rivalsa storica! E’ la nostra vendetta assurda che nasce dalla nostra coscienza malata!
ABDEL Ma questa non è politica, Naomi, è letteratura! Non fa per te, lasciamela, almeno quella…..
NAOMI E fammi finire, cazzo! Noi avremmo bisogno di uno Psichiatra collettivo! E invece che fa il nostro Governo? Occupa, opprime, e così va a rafforzare il terrorismo Kamikaze!
ABDEL Brava. Vedrai che lo daranno anche a te il Premio Ionesco!
NAOMI Vaffanculo, stronzo!

Naomi prende tutte le sue cose e se ne va.

 

4 - RICORDI D’INFANZIA IN ABDU MAGGIORE.

Mattino. Una settimana dopo.
Abdel è solo. Spalle al pubblico. Sta parlando al cellulare.Con il padre.

ABDEL Ma sì, ma sì, papà. Te l’ho già detto. Sto bene. Guadagno. Non è certo il lavoro che manca qui a Tel Aviv…..Lo sai benissimo! Ho la responsabilità tecnica di tutto l’Hotel…. E’ l’Hilton….E’ un albergo americano. E allora? Cosa c’è che non va? Si, avvito le lampadine agli ebrei!....... Ancora con questa storia della laurea! Si, sono stato il primo ragazzo arabo ammesso con una borsa di studio all’Università di Gerusalemme! Un eroe!.... Ora faccio l’operaio! Scusa papà, non ho tempo, davvero, devo proprio andare. Ti richiamo. Ciao.
Abdel riattacca, amareggiato.
E’ nervoso, cammina in su e in giù. Si stende sul letto.
Entra Naomi. Si guarda intorno. Si ferma in piedi vicino al tavolo quando Abdel comincia a parlare.

ABDEL Ce l’hai fatta.
NAOMI (fredda) Non è stato facile.
ABDEL Però sei venuta.
NAOMI Litri di orgoglio, ho bevuto. Peggio dell’olio di ricino.
ABDEL Potevi farti viva prima.
NAOMI Ringrazia Maometto che sto qui.
ABDEL E’ passata una settimana. Volevi far passare un Ramadan?
NAOMI Avevo deciso di non venire più.
ABDEL Mi avresti lasciato?
NAOMI Certo.
ABDEL (si alza dal letto) Per quella discussione di poco conto?
NAOMI Per te è di poco conto. Non per me.
ABDEL Sei permalosa.
NAOMI Non sopporto di essere presa per il culo in quel modo.
ABDEL (girando intorno al tavolo e tornando a dx del pubblico) Scusami. Sette giorni senza darmi notizie. Ogni volta che c’era un nuovo attentato mi sorprendevo a cercare il tuo nome nei necrologi dei giornali. Ti ho telefonato mille volte al giorno, il tuo cellulare era sempre scollegato. Sono stato su, alla Reception: nessuno ha saputo dirmi niente. Eri in permesso, e basta. Sono stato davanti a casa tua, per ore: non ti ho mai vista, né rientrare né uscire. Dove ti eri cacciata?
NAOMI Volevo farti perdere le mie tracce.
ABDEL E come se non bastasse, mi ha telefonato mio padre. E’ un
pazzo illuso! Mi ha ripetuto per l’ennesima volta che quando l’esercito
israeliano ha attaccato Nazaret, lui ha pianto, però era felice di farlo.
NAOMI Perché?
ABDEL Perché il suo dolore non poteva che annunciare la Redenzione, il
Riscatto! Ma quale redenzione? Quale riscatto? Parla ancora come
quando aveva vent’anni! Come quando si fece un anno di prigione!
NAOMI Come mai...?
ABDEL Te l’ho detto, no? Era stato accusato di attività terroristica.
NAOMI E quindi?
ABDEL Fa il padre nobile e deluso, con me, e mi critica.
NAOMI Che cosa ha contro di te?
ABDEL Mi rimprovera perché non mi sono laureato.Secondo lui dovevo
diventare come Oppenheimer. Credevo di impazzire.
NAOMI Anche io.
Corre incontro ad Abdel. Si abbracciano. Abdel bacia il palmo di Naomi, poi si stacca dall’abbraccio. Gira in fondo e torna avanti a sx del pubblico. Naomi lo guarda, inquieta.
Cosa c’è, Abdel? Che ti è successo in questa settimana? Hai conosciuto la
donna della tua vita?
ABDEL Ho riflettuto.
NAOMI Va già meglio.
ABDEL Mi hai dato sette giorni per pensare. Sono molti, sette giorni, quando non
si fa che girare intorno allo stesso pensiero.
NAOMI Sarebbe?
ABDEL Al l’Università, mi ero innamorato di Shula, una ragazza ebrea.
NAOMI Non sono la tua prima ebrea. Non me lo avevi mai detto.
ABDEL Te lo dico adesso. Eravamo molto innamorati. Poi ci
fu l’Intifada. I genitori di Shula minacciarono di ritirarla dall’Università, se non finiva la storia con me.
Dopo un po’ mi lasciò e si mise con un altro ragazzo. Ebreo. Io soffrii
molto. Non sopportavo l’idea di essere stato abbandonato solo perché ero arabo. Presi delle pastiglie. Troppe. Mi fu fatta una lavanda gastrica. Persi molti esami, andai fuori corso. Mi tolsero dalla stanza singola, mi misero insieme ad altri tre, tutti e tre arabi. Eravamo i somari. Fu a quel punto che mollai tutto.
NAOMI Perché mi hai raccontato questa storia?
ABDEL Perché ho riempito questa settimana con quella ossessione.
NAOMI Hai paura.
ABDEL Non voglio più soffrire.
NAOMI Anch’io.
ABDEL L’Intifada ha cambiato la mia vita.
NAOMI Anche la mia, visto che ti amo e sono costretta alla prudenza. Non posso
gridarlo e allora te lo dico piano. Cosa cambia?
ABDEL Cosa cambierà se la situazione politica tra i nostri due paesi peggiorerà?
Che mi faranno, mi costringeranno a tornare nei Territori Occupati? E a te? Ti obbligheranno a lasciarmi? Ti raperanno, come facevano i nazisti?
NAOMI Smettila! E lasciali stare, i nazisti, per quello che ne sai! (si siede sul letto)Non succederà niente!
ABDEL Neanche se scoppierà una nuova Guerra del Golfo?
NAOMI Noi non ci entreremo, in una nuova guerra, Abdel. E se proprio ci sarà qualcuno che vorrà attaccarci, sapremo difenderci.
ABDEL Ne sono certo. Costi quel che costi.
NAOMI A costo di atrocità, vuoi dire? Può darsi. Ma così sono gli uomini. In
ogni maggioranza c’è sempre una maggioranza di deficienti.
ABDEL E’ vero. E c’è perfino una maggioranza di cretini in
ogni minoranza.
NAOMI E allora? Forse il mondo si può cambiare, ma la gente no. Me ne frego.
Credo di avere il diritto di amarti. E anche tu lo hai, questo diritto.
ABDEL (andando verso di lei)Ti amo, ma non so se amare è un diritto. (si siede sul letto dietro di lei e l’abbraccia)Non è che confondi le coccole con i codici?
NAOMI Scemo.
ABDEL (sorride) Sai, quando ero bambino, al paese.... ti annoio?
NAOMI No, non mi annoi.
ABDEL A sette anni, in classe, cantavamo tutti in coro questa canzone:
“ Vai, autista, vai a 100 allora!
Vai contro tutti i poliziotti!
Noi siamo i bambini, i bambini di Palestina,
la Palestina è la nostra terra
e l’ebreo è il nostro cane
cane che bussa alla nostra porta
bussa, bussa,come un accattone. “
NAOMI Hai capito, i piccoli patrioti con il mocciolo al naso.
ABDEL Macché patrioti! Non sapevamo quello che dicevamo, non capivamo
neanche una parola della canzone. Una volta il nostro insegnante di
Storia ci chiese se qualcuno di noi sapeva cos’era la Palestina. Silenzio. Poi uno di noi alzò la mano e disse che, una volta, al buio, con suo papà, aveva visto due Palestinesi! Quel giorno l’insegnante di Storia ci picchiò tutti, uno alla volta. Urlava come un matto: - Siamo noi, i palestinesi! Voi siete palestinesi, io sono palestinese!- E giù botte, in testa, sulle mani, sulle gambe.
NAOMI Ma era permesso, picchiare, nelle vostre scuole?
ABDEL Permesso? Era obbligatorio. Quando sono entrato nel liceo ebraico, quello che mi aveva colpito di più era stato il fatto che non c’erano né bastoni né altro. Da noi giravano mazze, canne sottili di bambù, tortori e rametti ritorti d’ulivo.
Tutti i nostri maestri ci picchiavano. Io preferivo la mazza alla canna di
bambù, faceva meno male.
Perfino il bidello picchiava, in cortile, se il secchio della spazzatura
debordava. Prendeva tre o quattro di noi e ce le dava a mani aperte, di taglio.Le aveva dure come granito. Poi tornavamo a casa, io e i miei tre fratelli, mio padre ci aspettava sulla porta e gridava: - Io lo so che non ci resterete, nelle nostre terre, a raccogliere i frutti per gli arabi!
Ve ne andrete e finirete profughi! Peggio per voi! Guardate cosa è successo a quelli che sono stati rinchiusi nel Campo di Sabra e Chatila! Tutti massacrati! Tutti massacrati!-
NAOMI Nessuno ti picchierà più. Io ti amo. (piange)
ABDEL (sorride, ma è commosso) Sai, Naomi? La prima volta che ho visto un ebreo, quando ero piccolo, mi sono fatto la pipì addosso.
NAOMI Ce l’hai i pannolini d’incerata, adesso?
Piange d’un pianto irrefrenabile.
ABDEL (la stringe tra le braccia) Piangi, Naomi. Il buon arabo dice che il pianto
purifica come una preghiera.
NAOMI Il mio rabbi dice che il buon Dio prepara il rimedio, prima di sferrare il
colpo.

5 - TRAGICO QUOTIDIANO

Si sente la voce di uno speaker:
SPEAKER ....(come continuando) ...ancora una volta l’odio bestiale dei nostri
nemici si è abbattuto sulla popolazione inerme. L’esplosivo portato a
cintura dai due kamikaze è deflagrato all’interno di uno dei Centri
Commerciali più affollati di Kikar Magen David. Si contano circa quaranta morti e....
Luce su Naomi e Abdel. Naomi seduta di fronte avanti a sx del pubblico. Abdel in piedi frontale più indietro all’altezza del tavolo, a dx del pubblico.
NAOMI Questa volta ci ha sfiorato, l’ala dell’Angelo Sterminatore.
ABDEL Ho ancora negli occhi le gambe spezzate di un bambino...
NAOMI E’ stata una fiammata gialla, poi più niente.
ABDEL C’era una donna, per terra. Sembrava annegata nel suo sangue.
NAOMI Ci siamo affacciati al sole e la notte è scesa su di noi.
ABDEL Dovevamo restare nel nostro bunker.
NAOMI E’ il nostro solo rifugio sicuro.
ABDEL Abbiamo riaperto il libro delle entrate e delle uscite.
NAOMI Quaranta uscite solo stamattina.
ABDEL Stasera la rappresaglia pareggerà il conto delle entrate.
NAOMI Forse saranno meno.
ABDEL Forse più.
NAOMI Come possono...? Sono bestie?
ABDEL Sono uomini.
NAOMI Hai mai cercato di capirli?
ABDEL Una volta. Ho parlato con il padre di uno di questi “Shahid”.
NAOMI “Shahid?”
ABDEL Martiri. Così li chiamano.
NAOMI Cosa ti ha detto?
ABDEL Cercavo di strappargli qualche motivo. Non so, religioso, politico….mi ha riso in faccia.
- Parli bene, fratello - mi ha detto - Ma il fatto è che sono senza lavoro,
ho quattro figli e non so cosa dargli da mangiare. Vadano pure in mezzo
alla strada, si facciano saltare in aria, se servirà al nostro paese per
cambiare le cose.-
NAOMI Non si può spiegare solo così.
ABDEL Forse no.
NAOMI A me sembra una psicosi antiebraica. Perché il nostro paese è sempre sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo, mentre altre guerre e altre tragedie, anche più sanguinose, sono ignorate?
ABDEL Credo che sia il vostro karma.
NAOMI Cos’è, una spiegazione induista?
ABDEL No, psichiatrica. L’hai detto tu, ricordi? Abbiamo bisogno di uno Psichiatra Collettivo. E’ vero. Tutto ciò che ha a che fare con il destino degli ebrei esercita un fascino strano, oscuro. Fate venire sensi di colpa, ma nello stesso tempo attirate odio.
NAOMI (buttando la sedia, disperata)Cosa si vuole da noi?
(va verso Abdu con violenza, cerca di colpirlo, si stringono in un abbraccio rimanendo tesi faccia a faccia.)
ABDEL Non lo so. Forse, dal momento che avete tanto sofferto, che siete stati purificati dal dolore, adesso si pretende che vi comportiate con gli altri come angioletti.
NAOMI E voi?
ABDEL Noi? Abbiamo sofferto, ma continuiamo a soffrire. Non possiamo fare
gli angeli, ci tocca l’altra parte, quella dei diavoli che scaricano violenza.
NAOMI (guardando Abdu urla)E’ un’ipocrisia bella e buona.
ABDEL Sono d’accordo, sono d’accordo!
Pausa. Naomi si inginocchia a terra e tenta di slacciare i pantaloni di Abdel per arrivare al suo sesso, Abdel ha un moto di resistenza poi viene buttato a terra.
Dopo una breve colluttazione Naomi è a cavalcioni sul corpo di Abdel, durante l’amplesso negli occhi della ragazza passano le immagini dell’attentato.

 

6 - TOTENTANZ

Abdel sta preparando una cena romantica per Naomi. Accende la candela.
Entra Naomi.

ABDEL Sei in ritardo.
NAOMI Ho avuto una discussione con i colleghi. Ce l’hanno con me. Mi
rompono, dicono che sono filo-araba.
ABDEL Certo. Sono al corrente della nostra relazione e ti provocano.
NAOMI Ma è una stronzata! Amare un arabo non vuol dire essere filo-araba!
ABDEL Forse la stronzata vera è amarlo, di questi tempi.
NAOMI Questi sono problemi miei, non del personale dell’Hilton!
ABDEL Insomma, come è andata? (Naomi ruba qualcosa dal piatto che sta preparando Abdu)
NAOMI Quel deficiente di Daniel m’ha detto: - Allora sei pacifista e se sei pacifista, devi dirci per chi stai! Con i palestinesi o con noi?- Per sfotterlo gli ho detto:- Dipende - Lui insisteva, era rosso in faccia, la bustina da lift gli era andata di traverso, sembrava un cuoco di Mc Donald’s alle prese con cento clienti votati al suicidio. - Dipende da che cosa, Naomi? - E allora gli ho buttato lì, a brutto muso: - Da dove stai tu. Io sto dall’altra parte -
ABDEL (ridendo) E poi?
NAOMI (mettendo la kefiahh sulla sedia di Abdu, a dx del pubblico)Poi è intervenuto il Direttore della Reception, Samuel, e la cosa si è
fatta più seria. Abbiamo cominciato a discutere sugli scenari palestinesi. Io ho sostenuto che si potevano riassumere così: c’è chi è in guerra con noi perché non gli permettiamo di costruire uno Stato indipendente, e c’è chi ci combatte perché vuole distruggere il nostro.
ABDEL Scommetto che hai detto che eri per la prima posizione.
NAOMI Sì, e ho detto che anche l’America è favorevole alla creazione di uno Stato Palestinese! E’ successo un putiferio!
ABDEL Lo credo, sei andata a scontrarti con la grande contraddizione di questo
paese. La maggioranza degli israeliani odia la sinistra ma vuole lo Stato palestinese. Però vota il Likud che non lo vuole.
NAOMI Peggio per loro, io che c’entro? Io sono israeliana, sono ebrea non ortodossa, seguo le regole del kosher anche se non me ne frega niente,
mi lavo con sapone kosher, uso il sale kosher, ho coscienziosamente kosherizzato le mie bistecche, non mangio carne suina perché il maiale, che pure ha l’unghia spaccata in due, non rumina, ho nelle vene sangue giudeo da mille generazioni, ho studiato, conosco quattro lingue, ho
avuto parenti scampati alla Shoah, voto a sinistra ma questo non vuol
dire che sono una terrorista, anzi, i kamikaze mi fanno orrore e paura, ho fiducia negli ebrei americani, e se la mia colpa è di non essere d’accordo con Sharon e con il suo Likud, me la prendo volentieri! Tutto qui!
ABDEL E com’è finita con il Direttore?
NAOMI Oh, quello. Faceva la parte del grande patriota, di quello che pensa solo alle nostre gloriose tradizioni. Mi ha detto che quando la verità è in crisi, l’ideologia fa gli straordinari.
ABDEL Ti ha dato dell‘estremista, insomma. E tu?
NAOMI Gli ho detto che era un nazionalista di merda.
ABDEL Ecco.
NAOMI Sai, Abdel, a volte mi capita di non capirla proprio, la mia gente.
ABDEL (tenero, mettendo il cibo nei piatti) Temo che neanche la tua gente ti capisca, colomba picassiana. (si siede a tavola)
NAOMI Hai un modo di consolarmi che somiglia a una botta paternalistica sulle
chiappe.
ABDEL Scusami.
NAOMI Io mi domando come mai noi che abbiamo avuto il razzismo marcato a fuoco sulla pelle, chiudiamo gli occhi davanti a questa continua violazione dei diritti umani. Allo stesso modo, scusa, non capisco la tua, di gente. Come può infierire così barbaramente su chi non c’entra niente con la guerra e vorrebbe solo lavorare e vivere tranquillo? Come ha fatto ad arrivare fino a questo punto? Da dove le viene tutto questo odio?
ABDEL Perché cerchi la logica, in tutto questo, Naomi?
NAOMI Perché tento disperatamente di attaccarmi a qualcosa, per capire!
ABDEL C’è la storia, che non è maestra di niente e che non ha nulla a che fare
con la filosofia. Ma è un mazzetto di fatti accaduti, un’esperienza che può dare qualche indicazione.
NAOMI Sarebbe?
ABDEL Ricordi l’altro giorno quando ti ho detto che la prima volta che ho visto un ebreo, quando ero in Cisgiordania, mi sono pisciato sotto dalla paura?
NAOMI Allora? Tu avevi paura degli ebrei, io mi sentivo minacciata dai palestinesi…
ABDEL Dicevo… Il mio ebreo era così bello, biondo, roseo, io non avevo mai visto niente di simile, prima. Quando i miei parlavano dei sionisti, credevo che fossero uomini grassi, grossi, pelosi, puzzolenti, degli orchi. Tremavo.
NAOMI (ride) Non sarai mai un gran guerriero di Allah, tu.
ABDEL Parla per te. Siccome non capivo, mi sono messo a studiare e ho scoperto che “sionista” non era necessariamente un insulto, ma qualcosa che aveva a che fare con la storia e che la “Guerra di Liberazione” del ‘48 non era la nostra liberazione dall’occupazione inglese in Palestina, ma quella degli ebrei di Ben Gurion, che fondarono lo Stato di Israele...Questo mi fu anche difficile da capire: ma come, gli inglesi non stavano dalla parte degli ebrei? Comunque, continuando le mie ricerche venni a sapere che il nostro glorioso esercito arabo, una coalizione di forze armate giordane, siriane, egiziane, libanesi e irachene, era stato sconfitto da una sola armata, quella israeliana!
NAOMI Certo. Nessuno t’aveva mai detto niente?
ABDEL Nessuno. La vergogna nazionale doveva restare segreta. Chiesi a mio
padre, che nel 1948 aveva vent’anni e aveva partecipato alle azioni
militari. Mi raccontò che, in quei giorni, i muri delle nostre case erano
impregnate di lacrime come il Muro del Pianto di Gerusalemme!
Uomini, donne, bambini, piangevano tutti! La disfatta segnò giornate di lutti, di sputi per terra, di bestemmie, di urla bestiali: era lì che nasceva l’odio, Naomi. L’Islam ha l’odio lungo. E voi, con le vostre guerre d’indipendenza, sempre vinte, la Guerra del Kippur: vinta; la Guerra dei Sei Giorni: vinta; non avete fatto altro che annaffiarla, la mala pianta del pianto!
NAOMI “La mala pianta del pianto”: come cazzo parli, Abdu?
ABDEL Non mi vengono bene, i giochi di parole, nella tua lingua.
NAOMI Me ne sono accorta! Ti sentisti umiliato, allora?
ABDEL No. Fui sorpreso e ammirato. Volevo passare dalla parte dei vincitori. Decisi di prendere la cittadinanza israeliana. E mi venne in testa di farmi ebreo.
NAOMI (sorride) Senza però convertirti, vero?
ABDEL Potevo anche cambiare fede, ma non ne feci niente. Non ho mai perso l’occasione, nella mia vita, di perdere un’occasione.
NAOMI E adesso, che posizione ti va di prendere?
ABDEL Nessuna. (si alza, va da Naomi, che è seduta, e tenta un approccio) Sono uno studente universitario fuori corso. Non ho mai combattuto. Ricordati che quando riportaste la vittoria davvero più umiliante, quella della Guerra dei Sei Giorni, io non ero ancora nato.
NAOMI Se c’eri tu durava di meno, la guerra lampo.
Si abbracciano. Abdu tira giù la chiusura lampo del vestito di Naomi.
ABDEL Ci puoi giurare. Io ho molta familiarità con le chiusure lampo.
L’abbraccia.
Ma stavolta è Naomi a rifiutare l’approccio erotico. Tira su la lampo,
riprende il dibattito. Abdu ritorna dall’altra parte del tavolo, a dx del pubblico accanto alla colonna.
NAOMI La tua teoria dell’odio lungo sarà anche credibile. Ma com’è che prima dell’Intifada stavamo in pace? I nostri capi, Rabin e Arafat si incontravano, a Washington ci fu la storica stretta di mano...E a Camp David Clinton, propose a Arafat qualcosa di molto vantaggioso. Non ricordo esattamente cosa, , ma….
ABDEL ...La restituzione del 92 % dei territori cisgiordani e di Gaza e la
spartizione di Gerusalemme.
NAOMI Perché non accettò, Arafat? Cosa voleva, il 100 %? Forse ci
sarebbe arrivato, bastare aspettare.
ABDEL Non poteva accettare, Naomi.
NAOMI Perché?
ABDEL Perché sarebbe diventato il costruttore dello Stato Palestinese!
NAOMI E allora?
ABDEL Non lo voleva nessuno, uno Stato Palestinese.
NAOMI Ma cosa cazzo stai dicendo....?
ABDEL Non lo voleva e non lo vuole nessuno, neanche gli arabi!Ti sei dimenticata dei radicali, degli integralisti, dei fondamentalisti, di Hamas, di tutti quelli che da sempre considerano Arafat un moderato! Uno Stato
Palestinese vorrebbe dire il riconoscimento definitivo dello Stato di
Israele! E tu pensi che gli estremisti siano d’accordo? Macchè, quelli vogliono solo l’abbattimento definitivo dello Stato di Israele! Hai dimenticato l’odio lungo? (va verso il fondo e conclude la battuta di spalle al pubblico) Credi che l’Iran, l’Irak, la Giordania, la Siria,
il Libano, abbiano davvero accettato l’esistenza di Israele? Che si siano lasciati dietro le spalle tutte quelle guerre perse? Perfino l’Egitto, il
grande Egitto, il moderato Egitto, con le batoste che ha avuto da Israele,
non vede l’ora di fare i conti!
NAOMI Senti, Abdu: sei sicuro di non essere ebreo?
ABDEL Perché? (andando dietro il tavolo di fronte al pubblico)
NAOMI Perché sei catastrofico.
ABDEL Non sviare. Io volevo fare l’amore. Tu hai preferito continuare questa discussione. Adesso pedala.
NAOMI Ok. Pedalo. Continuiamo.
ABDEL Non potremmo rinegoziare la posizione?
NAOMI Pedalo!
ABDEL (si siede e prende la kefiah) Ti sembrano momenti idilliaci, questi? Siamo seri. Vuoi un’altra prova?
NAOMI Sentiamo.
ABDEL (attorcigliandosi la kefiah intorno alla mano sx)La dirigenza palestinese non ha mai cancellato dalla sua Carta Costituzionale il famigerato capitolo che prevede la distruzione totale di Israele. (fa cadere il pugno sx sul tavolo)
Pausa.
Naomi è colpita. Non sa replicare, poi si riprende.
NAOMI E così ci va di mezzo la povera gente. Evviva. L’innocenza ha perso ancora.
ABDEL I vostri chiuderanno le discoteche, così i ragazzi non balleranno più, i nostri chiuderanno le strade, così i ragazzini non andranno più a tirare i sassi contro i carri armati. Niente cambierà. E’ evidente. Ma bisogna proprio che noi e voi facciamo qualcosa.
NAOMI Perché parli di “noi” e di “voi”? Sento odio nella tua voce.
ABDEL Non è odio. E’ scoramento. E’ sfiducia. E’ impotenza.
NAOMI Dio mio, perché sono andata a innamorarmi di questa Cassandra
araba che ha fatto del suo mugugno una tale professione di fede da fare invidia alle vittime della Shoah! Io sento che la situazione cambierà, deve cambiare! L’America vuole uno Stato Palestinese, lo ha detto e ripetuto!
ABDEL Peccato, però, che stia preparando la nuova guerra in Medio Oriente. Così non farà altro che creare nuovi scompensi. Nasceranno altre cento,
mille Jihad! E dieci, venti, cinquanta Guantanamo!
NAOMI Io non credo alle guerre, né giuste, né ingiuste. Ma non so dimenticare l’11 settembre.
ABDEL Se i tuoi amici avessero capito che dovevano prima di tutto risolvere il problema palestinese, quel giorno sarebbe stato un giorno come un altro.
NAOMI Non so se è come dici tu. So solo che gli ebrei americani ci aiuteranno, Abdu. Avevamo un patto con loro,l’”United Jewish appeal”. Compravano i nostri buoni del Tesoro.Ora c’è qualche frizione fra noi, ma passerà. C’è una cultura in comune.Pratichiamo un’attività salvifica, lo Humor. E abbiamo i nostri campioni: Chaplin, i fratelli Marx, Jerry Lewis, Woody Allen...
ABDEL La politica tende a farne carta straccia, dell’umorismo.E la cultura del nostro tempo si chiama Alta Finanza. Petrolio. Mercato delle Armi. E poi, gli Stati Uniti sono un paese laico. Qui, invece, lo Stato e il Tempio vanno a letto insieme. Inflessibili rabbini ortodossi fanno da ago della bilancia del potere.
NAOMI Sarà pure così, ma io non posso dimenticare che sono gli Stati Uniti che hanno riconosciuto il nostro Stato, lo Stato di Israele!
ABDEL Le Nazioni Unite.
NAOMI Influenzate dall’America!
ABDEL Guidate dall’America.
NAOMI Meglio. E allora?Devo sputare sopra ai nostri correligionari americani che hanno fatto di tutto per difendere i nostri diritti?
ABDEL (mettendosi la kefiah al collo) Spero solo che chi governa il mondo non si alzi il bavero del cappotto e tiri avanti.
NAOMI Uffa! Non ti capisco più! Che cosa vuoi, dove portano queste tue
geremiadi?!?
ABDEL Vanno a finire nel mio ombelico.
NAOMI Prova ad alzare la testa, ogni tanto!
ABDEL (alzandosi e andando a sedere sul letto a gambe incrociate, con la kefiah al collo) Io una funzione ce l’avevo, ma l’ho persa per strada.
NAOMI Quale funzione?
ABDEL Volevo fare l’accademico arabo che studia nella cacca per denigrare lo
stato israeliano e dargli scacco matto. Invece, ha ragione mio padre, avvito le lampadine ebree in un albergo americano.
NAOMI Non buttarti giù. Hai un lavoro di responsabilità. Ci dai luce.
ABDEL Fai bene a prendermi in giro.
NAOMI Te lo sei meritato, dopo tante danze macabre.
ABDEL Brava. Andiamo incontro ai tanks con i garofani in mano, come facevano i figli dei fiori?
NAOMI Se solo sapessi cosa vorresti fare nella vita.
ABDEL Non lo so. Forse trasferirmi in Alta Galilea, nella città dov’è nato il mio poeta preferito, Mahmud Darwish. Reciterei qualche suo verso:
“La maschera è caduta
Non hai fratelli, fratello mio
Non hai amici, amico mio
Non ci sono fortezze
né acqua né medicina
né cielo né sangue né vela
Assedia il tuo assedio
non c’è scampo
Ti è caduto un braccio
raccoglilo e colpisci il nemico
Non c’è scampo “
Ecco. Poi...guarderei fuori nel cortile un asino
legato a un fico. Bambini scalzi che giocano alla guerra.
Una moglie velata e silenziosa che mi porta il caffè, fatto come lo
faceva mia madre.
NAOMI Mi ci vedi velata, Abdu?
ABDEL Nessuno potrebbe metterti il velo.
NAOMI Neanche quello da sposa?
ABDEL Non possiamo sposarci.

Buio.

7 - MECCA’S SYMPHONY
Lunedì, ore 10.
Abdu seduto per terra a gambe incrociate sul proscenio, a sx del pubblico.
SAMIR Allora ci hai pensato bene, Abdu?
ABDEL A cosa, Samir?
SAMIR Ma come, a cosa! Hai dimenticato tutti i discorsi che abbiamo fatto
l’altra sera a casa mia, alla cena notturna del Ramadam?
ABDEL Ah, sì, certo. Ma tu mi conosci da una vita, Adel...
SAMIR Appunto per questo. E so che questa è la tua ultima occasione!
Ti prego, torna alla nostra fede. Non avrai altre opportunità.
ABDEL Io non la vedo così apocalittica.
SAMIR D’accordo, ma rifletti su quello che ti dico! In questo momento la
soluzione è l’Islam! Più palestinesi uccide, Israele, e più vicina è la
venuta del “mahdi” che unificherà l’impero e farà del nostro esercito il più forte del mondo! Peggio vanno le cose e più si avvicina la nostra
redenzione! E’ questo il momento di essere islamici! Allah ci chiama!
L’Occidente sta preparando una Nuova Crociata e noi che facciamo?
ABDEL Non lo so che facciamo, Samir. E ora scusami, ma non mi va di parlare.
Ti saluto. Ciao.
Riattacca..
E’ entrata Naomi. Ha visto che
Abdu parlava al telefono.
Va a sedersi in fondo a dx del pubblico. Legge.
NAOMI Ciao. Con chi discutevi?
ABDEL Con Samir. E’ diventato un fondamentalista. Crede così fermamente nell’Islam che ha comprato ai suoi figli delle spade di plastica: li obbliga a usarle fin da ora, perché il grande duello finale sarà a base di spade. Non li porta più dal medico perché si dice certo che presto gli antibiotici scompariranno e i bambini dovranno imparare a vincere da soli le malattie.
NAOMI E’ fuori di testa, il tuo Samir. Non m’è mai piaciuto. E’ un ipocrita.
ABDEL Sia come sia, Samir non se la passa male, ha tre figli e cambia macchina ogni tre mesi.
NAOMI Parli di lui con una certa ammirazione.
ABDEL No. Però mi fa impressione se penso che abbiamo studiato insieme. E ora fa il reclutatore di anime, dall’alto del suo attico che trasuda quattrini. Ma è anche vero che siamo amici, ci siamo conosciuti al liceo.
NAOMI Non vedo dove ti possa portare. E’ così diverso da te.
ABDEL Può fare leva sul mio versante mistico.
NAOMI Hai un versante mistico?
ABDEL Ultimamente penso molto a Dio.
NAOMI A quale Dio?
ABDEL Al mio Dio. Allah. E’ chiaro che non lo vado a dire a Samir.
NAOMI Tu pensi “islamico”?
ABDEL Sì, penso “islamico”.
NAOMI Ma tu parli meglio l’ebraico che l’arabo! Hai studiato in scuole ebraiche.
Hai la cittadinanza israeliana! Lavori a Tel Aviv e hai un’amante ebrea che più ebrea di così non si può e......
ABDEL Non capisco perché tu ti faccia gioco dei miei dubbi religiosi.
NAOMI Non ti ci vedo,inchinarti a pregare cinque volte al giorno verso la Mecca!
ABDEL Può anche succedere di ravvedersi.
NAOMI A tutti ma non a te! Tu sei laico! Sei laico nella scorza! Non sai neanche pregare!
ABDEL E’ vero, ho dimenticato come si fa. Una volta andavo anche alla Moschea.
NAOMI Perché non ci sei andato più?
ABDEL Perché mi hanno le scarpe. Sono tornato a casa scalzo.
NAOMI Lo vedi spesso il tuo Adel?
ABDEL No. Mi invita a cena. Per il Ramadam.
NAOMI Parlate molto? Ti imbottisce con le sue chiacchiere da avvocato?
ABDEL Nessuno mi può influenzare, se è questo che vuoi dire. Ho le mie idee. Ho sempre pensato che chi sacrifica la propria vita non sia necessariamente una bestia, come dici tu e che il sacrificio è il più sublime dei gesti umani. Da puro agnostico. Samir, è vero, ha tentato di spingermi verso l’ortodossia religiosa. Fatica sprecata. Pensa che una volta ha voluto persino che andassimo insieme alla Mecca.
NAOMI Cosa?
ABDEL Mi pagò il viaggio, il vitto e l’alloggio.
NAOMI Voleva acquistare un’altra anima persa, insomma.
ABDEL Sosteneva che doveva salvarmi. Ci può essere anche qualcosa di vero, nella sua amicizia.
NAOMI Un biglietto di più per il Paradiso, non si sa mai. Magari se lo vende.
ABDEL Alla Mecca aveva preso un albergo lussuosissimo, con una finestra proprio davanti alla Grande Moschea dov’è custodita la Kaàba. Samir scese in piazza, in mezzo a milioni di persone che si accalcavano, si ammazzavano per baciare la pietra nera. Lo spettacolo era impressionante. La sera Samir tornò in albergo. Era distrutto. S’era pure fratturato un braccio, ma ce l’aveva fatta a poggiare le labbra sulla Kaàba. Mi disse - Odorami, profumo di Paradiso-
NAOMI Ma non attaccò, con te.
ABDEL No. Pianse anche un po’. Poi mi disse che non avrei mai conosciuto le gioie dell’Eden, che sarei sprofondato all’Inferno..
NAOMI E il Paradiso?
ABDEL Lì uno può ottenere tutto quello che vuole.
NAOMI Anche le famose settanta vergini?
ABDEL Samir dice che sono solo ventidue. Basta che uno pensi a una,
oppure a tutte, e vengono subito da te. Sono tenere, giovanissime, aggraziate, (si alza, si gira e cammina lentamente verso Naomi) vestite di bianco. Sono ermellini, come te, Naomi.
NAOMI Spero di essere più sensuale di loro.
ABDEL (in piedi vicino a Naomi) Loro non sono sensuali.
NAOMI Non si spogliano, come faccio io?
ABDEL No.
NAOMI Perché sono fatte male.
ABDEL No, perché non c’ è bisogno di spogliarsi. Non ci sono pensieri materiali. Nel Giardino dell’Eden non ci sono case, non ci sono costruzioni, non ci sono tende perché rovinerebbero il paesaggio, tutto verde di prati e giallo di fiumi e rosso di frutteti. Lì è tutto spirito e niente macchine.
NAOMI E la musica?
ABDEL E’ dolcissima, sempre uguale.
NAOMI Sai che palle! (si alza e si gira verso Abdu) Senti, Abdel, tutto quello che mi hai detto è molto carino e anche delicatamente divertente, ma non vorrai farmi credere che tu......

L’urlo straziante delle sirene interrompe la conversazione.
Abdu e Naomi alzano la testa.
Altoparlante:

VOCE Esercitazione di pre-allarme simulato n.12. Riparare nei rifugi più vicini,
prego, ed uscire solo quando la sirena avrà la tonalità breve.

Buio.



8 - LA MENZOGNA E’ UN FISCHIO DI TEIERA
Lo stesso lunedì, ore 22, 30

Nel bunker.
Abdel accende il fornello per il the. Poi imposta il timer e comincia a sistemare le casse di dinamite. Mentre è al lavoro, squilla il telefono sul tavolo.. E’ Naomi.

NAOMI Ciao. Ti sveglio?
ABDEL (sedendosi su una cassa a dx del pubblico, all’altezza del tavolo) No. Stavo leggendo.
NAOMI Dove sei?
ABDEL A casa dei miei, in camera da letto, dove vuoi che sia? Perché non dormi?
NAOMI Volevo salutarti, prima. Domani ho il giorno libero, potrò crogiolarmi a
nanna fino a mezzogiorno.
ABDEL Sono libero anch’io, è venerdì.
NAOMI Ti sei messo anche ad osservare il venerdì, adesso?
ABDEL Ma no, cosa vai a pensare.
NAOMI Dal momento che hai visioni mistiche, è possibile, no?
ABDEL Pensare a Dio non mi sembra tanto indecente.
NAOMI No, ma c’era qualcosa di strano, nella tua voce, quando parlavi del Giardino dell’Eden...qualcosa che non ti conoscevo. Avevi gli occhi
lontani, come ad evocare una visione.
ABDEL La tua immaginazione è invasiva, vede anche dentro.
NAOMI E poi hai fatto un accenno al sacrificio.
ABDEL E’ una parola che ti spaventa?
NAOMI Mi terrorizza.
ABDEL Vorrei esserti vicino e consolarti.
NAOMI Magari. Mia madre mi caccerebbe di casa e così la faremmo finita una
volta per tutte, con questa anticaglia della famiglia ebrea.
ABDEL Non si può.
NAOMI Lo so, lo so... Mi piacerebbe venirmi a ficcare nel tuo letto!
ABDEL Anche questo è impossibile.
Senti, Naomi. Domani…. domani, prendo la macchina e ce ne andiamo a Eilat, sul Mar Rosso.
NAOMI Si, nuotiamo con i delfini! Stupendo! A che ora vieni a prendermi, Salomone?
ABDEL Salomone?
NAOMI Ma sì, è lì che Salomone incontrò la Regina di Saba...!
Si sente, acutissimo, il sibilo della teiera sul fuoco.
Cos’era quel fischio, Abdu?
ABDEL (si alza di scatto, va verso il proscenio) Niente, niente..
NAOMI Come, niente! E’ la tua teiera! Quella che hai nel nostro bunker! Sei lì?
ABDEL Ma no...è quella di mia madre...
NAOMI Ma se mi hai detto che sei in camera da letto!
ABDEL Sì, ma...
NAOMI I fornelli sono in cucina, e la cucina è alla fine di un corridoio lungo quindici metri, per lo meno!
ABDEL Ma non lo so, Naomi...non so che dirti, mia madre avrà
lasciato la porta aperta...perché parliamo di queste idiozie? Pensiamo a domattina, piuttosto.
NAOMI D’accordo, d’accordo....
ABDEL A che ora ti passo aprendere, alle nove va bene?
NAOMI Perfetto. Ciao. Un bacio.

 

9 - A GENTLEMAN’S HONOR
Ore 23,30

Abdel finisce di sistemare le casse di esplosivo. Va dietro al tavolo. Si versa il the. Lo sorbisce. Va a prendere la cartucciera e si va a sedere a gambe incrociate ai piedi del letto. Recita a memoria la poesia di Darwish.

ABDEL Le nostre membra sparse sono i nostri nomi
no, non c’è scampo
La maschera è caduta dalla maschera della maschera
la maschera è caduta
Non hai fratelli, fratello mio
non hai amici, amico mio
non ci sono fortezze
né acqua né medicina
né cielo né sangue né vela
né avanti né indietro
Assedia il tuo assedio,
non c’è scampo
Ti è caduto un braccio,
raccoglilo e colpisci il tuo nemico
Non c’è scampo.
Sono caduto vicino a te:
raccoglimi e colpisci con me
il tuo nemico.
Adesso sei libero. Libero. Libero.
I tuoi morti e le tue ferite sono le tue munizioni
Colpisci con quelle
colpisci il tuo nemico.
Non c’è scampo.

Irrompe nel bunker Naomi con l’abito bianco della prima scena. Le cade il folulard. Si guarda intorno spaventata. Urla.
NAOMI Abdel!
Lo vede, si blocca.
Cosa vuoi fare? Sei impazzito?
ABDEL Perché sei venuta? Cosa vuoi ?
NAOMI Dunque era questo. Sono venuta al momento giusto. E’ stato un lampo e ho visto chiaro. Non era immaginazione, la mia.
ABDEL Tornatene a casa.
NAOMI La mia casa vera è questa.
Ci siamo amati per anni, qui.
ABDEL Tu mi hai tenuto in vita fino ad oggi.
Adesso non è più questione di vita.
NAOMI A me non pensi?
ABDEL Vai via, ti prego.
NAOMI No. Perché fai questo? Perché mi fai questo? E’ per via della tua crisi religiosa? (Naomi si guarda intorno)
ABDEL Quella era una farsa. Per te, Naomi.
NAOMI (girandosi verso Abdel)Per me?
ABDEL Volevo tenerti fuori da questa storia.
NAOMI Mi interrogheranno.
ABDEL Appunto. Dirai che ero molto religioso. Non sai altro.
NAOMI Ho subito pensato che mi stavi mentendo, quando mi parlavi di Dio. Non ti ho creduto neanche per un istante. E quella tua descrizione
del Giardino dell’Eden era ….
ABDEL Cosa hai detto che sono? Una Cassandra araba? E’ il destino delle
Cassandre, morire.
NAOMI Ma perché?
ABDEL E’ tardi, Naomi. Manca poco a mezzanotte .Vattene.
NAOMI Cosa succede a mezzanotte?
ABDEL Il timer è per quell’ora e niente, ormai, può fermarlo. Vedi quelle casse,
laggiù? Sono piene di dinamite.
NAOMI E l’esplosivo lì?
ABDEL E’ per me. Neanche un atomo, del mio corpo, deve scorrazzare per l’universo.
NAOMI (correndo verso Abdu)Tu devi essere pazzo.
ABDEL (urlando e afferrando la cartucciera)Vai via!
NAOMI (indietreggiando) Me ne vado, me ne vado se mi dici perché hai deciso di farti saltare in aria con tutto l’Hilton.
ABDEL (guarda l’ora) Ancora una manciata di minuti.
NAOMI Dimmelo e scappo, te lo prometto.
ABDEL Se trionferà il fanatismo, non ci saranno battimani. C’è un detto arabo che dice: non si può applaudire con una mano sola.
NAOMI (inginocchiandosi di fronte a lui) Ma tu che c’entri?
ABDEL Il mio gesto avrà valore di simbolo.
NAOMI (in ginocchio) Rientra in te, Abdu, ti prego! Parli di simboli, ma sarà il tuo corpo, il tuo corpo che amo, a insanguinare il cielo!
Piange sommessamente.
ABDEL Sentivo che per me era venuto il momento di fare qualcosa. Dovevo dovessi espellere dalla mia bocca un corpo estraneo, invece continuavo a usare quegli equivoci sonori che sono le parole. Volevo eruttare qualcosa di solido, magmatico: un fiume di sangue nero, rappreso, un fiotto di lava incandescente! E invece parlavo! Parlavo della mia infanzia, Naomi! Parlavo di politica!
NAOMI Mi parlavi d’amore.
ABDEL Solo il nostro amore è vero. Ma si può vivere di solo amore? Io
devo morire per sentirmi vivo!
NAOMI (rialzandosi)Il tuo gesto sarà solo un attentato in più! Il tuo suicidio, con il crollo dell’Hilton abitato da qualche coppia di ebrei americani….Sono tante, le stragi nel mondo, cosa credi! Chi si ricorda della carneficina nella discoteca di Bali? E l’eccidio all’Ambasciata americana di Nairobi? E il Consolato francese di Islamabad? E i nostri morti, settanta sono stati, solo questo mese! Chi può dire di non essersi abituato? Nessuno, nessuno! Sarà soltanto il fatto isolato di un elettricista pazzo!
ABDEL Io voglio riscattare il mio fallimento di arabo che voleva diventare ebreo, ma che ha preso a odiare gli arabi perché non gli somigliano e gli ebrei perché gli somigliano.......Ma se i simili sono diversi e se i diversi sono simili, perché si fanno la guerra? Io sono certo che il mio suicidio servirà a qualcosa! Se non altro perché non sono religioso, non sono un terrorista, non milito in nessun partito, non sono collegato a Hamas, non ho precedenti penali, sono solo un comune, pacifico arabo israeliano! E adesso vattene via,Naomi, finché sei in tempo!
Pausa. Sguardo. Naomi corre via.

ABDEL Vai tu a Eliat! Regina di Saba!
Il tuo Salomone, ormai, ha perso il senso del giusto!
Resta solo. Guarda l’’ora.

 

10 - CHANGING OPINION
Ore 23, 50

Rimasto solo, Abdu si alza lentamente. Indossa la cartucciera. Va a raccogliere il foulard di Naomi. Lo porta al viso. Poi lo tiene stretto in mano e si gira verso il pubblico. Entra Naomi.

NAOMI Non provare ad allontanarmi, arabo di merda.
ABDEL Vattene via, sionista delle mie palle.
NAOMI (girando dietro Abdel e toccando gli oggetti)Ho pensato che sono anni che crediamo di vivere, Abdu, ma non è vero.
E’ vivere non poter venire al lavoro in macchina, perché non sai mai se
sarà piena di esplosivo? E’ vivere andare al ristorante e guardare sempre in alto, perché il soffitto può crollare sotto la bomba del solito kamikaze? E’ vivere vedere i nostri soldati sparare su tutto quello che si muove? E’ vivere uscire di casa e salutare i genitori, i figli, i mariti, gli amanti, come se non si fosse sicuri di tornare?
ABDEL Io non mi ci sono mai abituato.
NAOMI Potremmo andarcene da questo paese. Essere felici. (Abdel si gira per guardare Naomi che sta più dietro di lui, alla sua dx) Invece noi vogliamo restare qui.
ABDEL Perché sei tornata?
NAOMI (Va a specchiarsi) Non hai capito niente. Perché solo se la facciamo insieme, questa azione, avrà un senso. Sarà un teorema. E’ scritto qui. Leggi.
Naomi porge la lettera ad Abdu. Abdu legge.
ABDEL A chi l’hai spedita?
NAOMI A tutti i giornali. Ma prima ho dato l’allarme. L’albergo è vuoto, sono scappati tutti.
ABDEL Se mai nascerà il nuovo Stato Palestinese, in questo deserto umano, dovranno ricordarsi di te...
NAOMI Di me e di te, Abdu. (fa un passo avanti e si mette di fronte ad Abdu, a qualche passo di distanza) I nostri due stati, finalmente riconosciuti, cambieranno nome: si chiameranno Israele El Abdu e Palestina Shalom Naomi.
Quanto manca?
ABDEL Un minuto.
NAOMI Abbiamo poco tempo per fare l’amore lungo, la nostra vita è breve. Amiamoci con i vestiti addosso. Non voglio che la morte ci veda nudi.
In fondo è un’estranea, no?

Si avvicinano. Abdel appoggia il foulard in testa a Naomi, mentre lei si cinge la vita con la cartucciera. Si abbracciano.

VOCE Noi, Naomi Rabìa, ebrea, e Abdu El Abd, palestinese, ci amiamo
profondamente. Vi regaliamo questo amore e le nostre giovani vite. Fatene buon uso.
Vi servano come monito per i giorni che verranno e vi indichino la strada per cessare le vostre stupide guerre territoriali. Ma se volete continuare a sterminarvi, non vi appellate a Dio: né il Dio di Abdu né quello di Naomi vi possono approvare. Noi siamo i primi kamikaze dell’amore. La nostra rivoluzione la scriviamo con i nostri corpi che si sono amati, tanto: perché è sempre con i corpi che si scrivono le rivoluzioni.



FINE

 
 
I testi contenuti all'interno del sito web www.mariomoretti.com sono tutelati dalla S.I.A.E., pertanto ne è vietato ogni utilizzo, anche se parziale.
sito realizzato da
Leone Orfeo